domenica 24 luglio 2011

Tempo di bis

Ultimamente ho avuto davvero poco (per non dire zero) tempo libero, e il blog è stato trascuraticcio. No, non sono morto. Non ancora. Perciò vi invito tutti, belli e brutti (che rima simpatica, dovrò brevettarla) al prossimo spettacolo degli Elio Extravergine, un'accozzaglia di persone che, a momenti, ci crede anche. Poi ascolta quelli veri e... beh, ma noi siamo più belli (grasse risate... alla Giuliano Ferrara, per intenderci) !



Per i numerosi extracomunitari che seguono il blog (e fate male, c'è uno scafo albanese pronto pronto per voi) , la serata sarà all'Alta Marea, lungomare Poetto, nella parte di Quartu S.Elena. Chi viene si assume tutte le sue responsabilità (e anche le nostre, visto che siamo scemi) .

venerdì 8 luglio 2011

Libertà e giornalismo

Leggo su internet un articolo, a firma di Giampiero Mughini, intitolato: " Un giornalista completamente libero? Non l'ho mai conosciuto." Il caro bianconero dice questo:


La mattina di gennaio del 1990 in cui arrivò la notizia che Silvio Berlusconi era divenuto il nuovo proprietario della Mondadori, dopo aver rovesciato la proprietà precedente il cui asse era Carlo De Benedetti, stavo alla redazione romana di "Panorama", il settimanale che faceva da gioiello della Mondadori. A quel tempo Panorama era un giornale formidabile, autorevole, un pozzo di denari quanto a raccolta pubblicitaria. Chi diventava padrone della Mondadori già con Panorama faceva un affarone, e quanto a efficacia politica del giornale e quanto al suo bilancio splendidamente attivo. Merito del direttore, Claudio Rinaldi, che è morto di sclerosi a placche nel luglio 2007 e che è stato il migliore giornalista italiano della mia generazione. Era stato lui ad assumermi, nel novembre 1987. Non che andassimo completamente d'accordo; lui prendeva a sganassoni Bettino Craxi tutte le volte che poteva, a me invece piaceva molto il Craxi che aveva dato un ruolo nuovo al Partito socialista italiano, che prima di lui s'era ridotto a fare da scendiletto al più acclamato Pci d'Europa. Rinaldi era duro, leale, bravissimo: di certo non avrei potuto scrivere a vantaggio di Craxi sul suo giornale.

Non ero completamente "libero"? Che stupidaggini. Nessun giornalista lo è al cento per cento. Lo è sino a un certo punto, compatibilmente con il giornale in cui lavora, e dunque con il direttore cui spetta l'ultima parola, e dunque con il pubblico cui quel giornale si rivolge. Claudio (e così tutto il suo stato maggiore, tutti bravissimi giornalisti e tutti miei amici) erano instancabilmente anti-craxiani, instancabilmente anti-berlusconiani, e benché Berlusconi fosse un azionista importante della Mondadori. Senza il suo arrivo la casa editrice di Segrate, annichilita dalle perdite sopportate nell'avventura televisiva di Rete4, sarebbe andata gambe all'aria.

Berlusconi mordeva il freno. Lo seccava averci messo tanti soldi e continuare a prendere colpi in faccia tanto da Panorama che da Repubblica (di cui Mondadori aveva il 50 per cento). Era solito dire che aveva l'impressione di stare seduto nei sedili posteriori di un'auto e che invece lui voleva sedere almeno accanto al guidatore. Quando lui ebbe il sopravvento nella lotta proprietaria, immediatamente Rinaldi si dimise. Al suo posto venne Andrea Monti, che per alcuni anni è riuscito a fare un giornale che non lo portava scritto in ogni sua pagina l'essere di proprietà di Berlusconi. Dopo di lui sono venuti dei direttori (alcuni ottimi) che hanno fatto di Panorama un'arma a tracolla del fronte pro-Berlusconi.

E comunque i settimanali di notizie e di opinioni sono in coma da parecchi anni, e questo vale tanto per Panorama che per L'Espresso (adesso diretto dall'ottimo Bruno Manfellotto). Era successo intanto che metà Mondadori fosse andata a Berlusconi e metà a De Benedetti. E' successo che uno dei giudici che aveva dato ragione a Berlusconi sia stato condannato per corruzione da parte dell'avvocato di fiducia di Berlusconi, Cesare Previti. E' successo che in fatto di risarcimento civile, un tribunale di primo grado ha condannato le aziende di proprietà di Berlusconi a un maxirisarcimento di 750 milioni di euro a favore di De Benedetti, che nella sentenza d'appello (arriva in questi giorni) scenderanno probabilmente a poco meno di 500. E questa volta la famiglia Berlusconi li dovrà pagare.

Ma torniamo al cuore di questa mia noterella. E cioè se siano mai esistiti giornalisti completamente "liberi", gente che si alza al mattino e scrive quello che vuole e come vuole e quando vuole. Questo non era minimamente possibile né nel Panorama diretto da Rinaldi né tantomeno nel Panorama accesamente filoberlusconiano degli anni successivi. Ciascuno di noi sa di avere una libertà limitata, l'importante è che entro a quella libertà militata non ci sia nessuno che possa alterare una tua virgola. A me è successo solo una volta, e le mura della redazione romana di Panorama stanno ancora tremando delle mie urla. So quello che posso scrivere e so benissimo quello che non posso scrivere, ma se mi toccate una virgola faccio cadere il mondo.

Se questo è vero per la carta stampata, lo è cento volte di più per la televisione. Mi ha lasciato di stucco il cattivo gusto di Michele Santoro (soprannominato non a caso "Gigi er Bullo"da Beniamino Placido) che s'è scaraventato con tutta la sua furia contro Enrico Mentana, accusandolo di essere "diversamente libero" da lui, e cioè non veramente "libero" quanto lo è lui. Sono polemiche grottesche. Ciascuno ha la sua quota di libertà e quella usa; l'importante è che non si spacci per quello che non è. E dato che stiamo parlando di televisione, Santoro è entrato a Rai3 perché era un funzionario del partito comunista e Rai3 spettava ai comunisti. Ha avuto come suo mentore Sandro Curzi, un giornalista comunista tanto simpatico sul piano umano quanto accanitamente fazioso. Ha poi fatto il direttore d'orchestra (bravissimo) di trasmissioni televisive pazzescamente partigiane e di cui qualcuno ha detto che portavano voti a Berlusconi, da quanto erano faziose. Estromesso (ingiustamente) dalla Rai, Santoro è andato a fare l'europarlamentare del Pci. Poi è tornato in Rai, grazie a una sentenza. Che c'entra in tutto questo la libertà, l'indipendenza? Detto questo, faccio a Santoro mille auguri per il suo lavoro futuro.

Quanto a Mentana, che conosco da quando era un adolescente, lui è entrato in Rai perché gradito al Psi craxiano. Così funziona. Poi è stato una caterva di anni alla Fininvest, dove ha avuto tutti gli onori del caso. Beninteso, è stato bravissimo nel non mettersi mai a scodinzolare innanzi a Berlusconi, come facevano tanti dei giornallisti che prendono la paga dalla famiglia Berlusconi. Una volta che aveva tirato troppo la corda (e non per motivi di "libertà", che non c'entra niente), è stato congedato dalla Fininvest. Quando l'ho incontrato, gliel'ho detto che nella circostanza lui non aveva avuto ragione. Dopo un anno di purgatorio s'è messo a dirigere da par suo (è uno che ha la televisione nel sangue) il telegiornale della Sette. Il telegiornale che io guardo ogni sera, e non vedo come potrei fare diversamente. Perché Enrico non è "Nè di qua né di là". Esattamente come il titolo di queste mie noterelle.

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Caro Mughini, mi stavi simpatico (anche se non sempre) quando parlavi di calcio a Controcampo, ma stavolta l'hai sparata grossa. Non hai mai conosciuto gente come Giorgio Bocca? Pensi che un giornalista come Enzo Biagi avesse una libertà limitata? Che lo avessero cacciato dalla RAI proprio perché non fosse uno libero, e come tale scomodo? Credi che Marco Travaglio debba chiedere il permesso a qualcuno per scrivere sul suo giornale? Mai sentito nominare un certo Indro Montanelli? No, così, giusto per fare un nome che sia uno...

mercoledì 6 luglio 2011

domenica 3 luglio 2011

La Destinazione



Oggi propongo un film di Piero Sanna, intitolato "La Destinazione" , che parla di una Sardegna intrappolata in una dimensione extratemporale, dove il codice di comportamento locale si sostituisce alla legge dello Stato, la comunità è chiusa in sé stessa, le tradizioni segnano un legame con la terra che, positivo o negativo, è inscindibile dalle persone stesse.

Trama (da Wikipedia) :


Emilio, un ragazzo romagnolo, si arruola nell'Arma dei Carabinieri e viene trasferito per l'addestramento a Roma dove conosce un ragazzo sardo, Costantino, taciturno e severo. Al termine del corso Emilio parte per la Sardegna, destinato a Coloras, un piccolo paese immaginario della Barbagia. Il suo primo incarico è quello di indagare sull'omicidio di un pastore ucciso davanti al figlioletto Efisio che, nascosto da un cespuglio, ha potuto vedere in faccia l'assassino. Poco alla volta, fra indagini difficoltose ed una contrastata storia d'amore con Giacomina, ragazza locale, Emilio si rende conto di essere sbarcato in un mondo radicalmente diverso da quello cui è abituato, in cui la giustizia viene "interpretata" attraverso la complessa cultura locale e spesso ostacolata nel suo svolgersi dalla diffidenza e dalla paura della gente.

 

Il film lo trovate in streaming qua: http://www.videobb.com/video/sYoo9YFKfRB6