lunedì 19 novembre 2012

G.A.S.? No, RAM!













Da tempo pensavo a come sostituire la Triton Le, la workstation con cui ho iniziato a suonare in gruppo. Ero orientato ad un cambio principalmente a causa dell'usura: dopo dodici (!) anni di utilizzo (leggasi "sfruttamento intensivo" ) , la tastiera comincia ad invecchiare, e non tutto funziona più come una volta, nonostante le cure maniacali amorevolmente prestate.
Dunque ho passato al setaccio tutto il mercato delle workstation, valutando pro e contro di ognuna, guardando ed ascoltando quante più demo possibili, con un occhio al cuore e l'altro al portafoglio. Le caratteristiche indispensabili del mio futuro acquisto sarebbero dovute essere:

  1. Suoni di qualità, complementari a quelli del mio setup (Nord Electro 3, Alesis Micron)
  2. Tastiera a 61 tasti, dal peso contenuto (sui 10 kg)
  3. Capacità di caricare campioni
  4. Prezzo "umano" (niente Kronos, per capirci)

Oltre questo, guardavo con interesse le specifiche circa polifonia massima, wave rom, flash ram, aftertouch, display ampio (possibilmente a colori e touchscreen) , motore di sintesi, complessità di editing e così via. Col passare del tempo, mi era preso un attacco di G.A.S. irrefrenabile. Il fatto è che una tastiera come la stavo cercando non esiste. Quella che più si avvicina ai miei desideri è la Korg Krome, ma non legge i campioni: perlomeno, non in via ufficiale. Stavo quasi rassegnandomi a cedere su uno dei quattro punti (suoni, peso, campioni, prezzo) , quando leggo casualmente una discussione su un forum, dove si chiedevano chiarimenti su come caricare dei campioni sulla TRITON LE! E lì sono cascato dal pero. Quando la comprai non avevo ancora il pc e non sapevo cosa fosse il sampling, così saltai a piè pari tutta quella parte del manuale. Mi ricordavo solo che c'era la possibilità di campionare, registrando direttamente l'audio dalla tastiera, con l'installazione di una scheda di espansione (EXB - SMPL) che, con gli anni, è diventata anacronistica ed antieconomica. Non mi ricordavo assolutamente che la Triton Le fosse dotata di due slot che possono ospitare fino a 64 MB di ram! Ed è stata una scoperta incredibilmente piacevole, perché ha spazzato via tutte le perplessità che avevo sui compromessi da adottare per il nuovo acquisto. La mia nuova workstation sarebbe stata... la mia vecchia workstation!
Certo, 64 MB oggi fanno un po' ridere, se pensiamo che il Motif XF può essere espanso con 2 GB di flash ram, però per quello che serve a me ce n'è d'avanzo. L'ho comprata su Ebay, pagata 30€ ed installata da solo, in cinque minuti. Ho già campionato dei suoni dal Micron, convertiti in formato Korg con Awave Studio (solo per Windows, mannagia!) e caricati sulla Triton Le tramite SmartMedia Card. Risultato? Al prossimo concerto, sabato, mi porterò una tastiera in meno, avendo esattamente gli stessi suoni. Ho ringiovanito la Triton e risparmiato tanti soldi! Per che cosa? Ma per gli in-ear monitor, naturalmente! Prossimamente seguiranno aggiornamenti... ;-)

domenica 14 ottobre 2012

The Aristocrats LIVE @ FBI 13/10/2012

Di ritorno dal concerto degli Aristocrats. Più che concerto, direi concertone! Un power trio con un tiro pazzesco e una sana dose di ironia, che non guasta mai e fa si che non li si prenda troppo sul serio, data l'aria plumbea che spesso accompagna musicisti di tale caratura.

Il gruppo è formato da Guthrie Govan (chitarra) , Bryan Beller (basso) , Marco Minnermann (batteria) . Proprio Minnermann, che era lì lì per entrare nei Dream Theater al posto di Portnoy, ha dato sfoggio di un tasso tecnico così elevato che mai avevo visto in un batterista. A chi piace il genere - che potremmo genericamente etichettare come prog - non può farsi sfuggire un musicista così talentuoso (senza nulla togliere agli ottimi Govan e Beller) , per me è uno di quelli che almeno una volta nella vita andrebbe visto in live! L'impressione è quella di trovarsi davanti ad un vero e proprio maestro del tempo, con una padronanza assoluta del ritmo, capace di fondere pari e dispari e rivoltare tutto come un calzino, sempre - ed è questa la cosa sconvolgente - con un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia. Roba che, se fossi io a suonare, avrei un'espressione mista tra concentrazione e sofferenza.

La band galoppa, alternando sfuriate heavy rock a momenti più rilassati. Il repertorio è composto dal materiale del loro disco d'esordio, che replicano per intero. Govan, molto ispirato, gioca spesso con i suoni della sua pedaliera; Beller, che suona rigorosamente con le dita, durante i soli usa un wah.
Concerto per pochi intimi (ci saranno state un centinaio di presenze) , a conferma di quanto la qualità della musica, spesso, non sia proporzionata alla quantità del pubblico. Meglio così: sono riuscito a farmi autografare il biglietto e a scambiare due parole con tutto il terzetto, senza dover fare file interminabili allineato alla solita massa belante.

A fine serata, Minnermann ci ha regalato una perla del suo dizionario italiano: "E adesso, mi sparo una bella sega".

Un grandissimo.

martedì 9 ottobre 2012

Quello che mi (ci) aspetta

Leggevo un articolo intitolato "Giovani avvocati, lo schiavismo del nuovo millennio" , e mi sono cadute le palle in terra.
Niente di nuovo per i tempi attuali, solo un assaggio di vita reale, tanto per ricordare il futuro a chi, dopo anni di sacrifici suoi e (quando va bene) della sua famiglia, ottiene il tanto agognato pezzo di carta, e festeggia.

Non sono un prossimo laureato (ce ne vuole, ce ne vuole), ma già da adesso non ho alcuna voglia di festeggiare.

Esperienze personali:



FRANCESCA: LA MATERNITA’? SOLO DUE SETTIMANE. Mi chiamo Francesca, ho 33 anni e sono avvocato. Lavoro per uno dei più importanti studi di Napoli da oltre otto anni, cinque giorni la settimana, 12 mesi l’anno perché anche ad agosto lo studio è aperto per due settimane. Mai pagato il mese di agosto perché tanto non si fa niente… Trasferte in giro per i tribunali della Campania a dir poco sottopagate, ma il bello deve ancora venire! Rimango incinta, lavoro fino al giorno prima del parto oberata di adempimenti ed udienze, partorisco e dopo due settimane sono di nuovo al lavoro dopo molteplici chiamate, 2 giorni la settimana. Quando ritorno a lavorare a pieno regime sapete quanto mi viene offerto per i quattro mesi in cui ho lavorato ‘a mezzo servizio’? Cinquecento euro fatturati per quattro mesi, due volte la settimana per 8 ore ciascuna ovvero 0,5 centesimi l’ora quando una cameriera ne guadagna 8 l’ora senza laurea, master, specializzazioni e soprattutto Cassa forense da pagare. Questo è il magico mondo del lavoro che la nostra generazione ha di fronte e che diversamente dagli spagnoli subiamo senza in alcun modo reagire!


DANIELE, UNA MULTA PER OGNI ERRORE. Sono un giovane di 27 anni che a Dicembre proverà per la prima volta l’esame di abilitazione alla professione forense. All’inizio ho svolto la pratica in un piccolo studio, orario di ufficio, niente paga. Dopo 6 mesi ho iniziato a percepire qualcosa (130,00€ al mese) che piano piano è aumentato a 300,00. Fortunato?! Non proprio!. Se sbagliavo un atto o una lettera veniva scalata una “multa” dal mio stipendio. Ovviamente dovevo svolgere tutta la cancelleria, redigere atti, andare in posta, alle notifiche (alle 6 di mattina in coda dinanzi all’Unep competente), preparare le fatture e altro. Inoltre, dovevo gestire lo studio durante le “ferie” del dominus. Il mio cellulare era diventato un call-center, chiamate a tutte le ore (dopo il lavoro) e chissenefrega se ero a cena con la morosa o amici. Dovevo essere sempre reperibile, manco fossi un ingegnere nucleare!!!!. Un giorno il mio dominus si accorge che è stato smarrito un mini scanner (valore 130 ,00 € più iva), e si ricorda che 3 settimane prima lo aveva dato a me! Conclusione ho dovuto ricomprarlo (IVA compresa, ma il professionista non la scarica?!). Infine dulcis in fundo. il 29 dicembre 2011 (durante le festività natalizie) vengo lasciato a casa alle ore 22.00 tramite un sms perché mi sono rifiutato di recarmi in Tribunale a depositare un atto (non urgente) la mattina dopo, rendondomi disponibilissimo a depositarlo il lunedì successivo. Causa questa mia grande mancanza il mio dominus ha dovuto ritardare la partenza per la sua settimana bianca di 4 ore!!!!! Finita qui?! Assolutamente no!!! Nonostante la conclusione del rapporto di praticantato ho dovuto litigare ferocemente per ottenere la firma sul libretto.


ARIANNA: “PRATICA LEGALE, SCHIAVISMO DEL NUOVO MILLENNIO”. Sono Arianna, 27 anni, laurea triennale in scienze giuridiche europee e transnazionali, laurea specialistica in giurisprudenza a Bologna, entrambe nei tempi e con voti oltre il 100. Un’esperienza Erasmus in Germania e un master internazionale in proprietà industriale in Italia. Parlo correntemente inglese e tedesco, ho già lavorato durante l’università per non essere totalmente a carico dei miei. Dopo la laurea mi sono trovata a fare i due anni di schiavismo del nuovo millennio altrimenti definiti pratica forense. Non ho imparato a scrivere. Ma ho imparato a rispondere al telefono, fare fotocopie fronte/retro, litigare in cancelleria, depositare a tempo record, liquidare i clienti che il dominus non voleva ricevere, tanto da trovarmi talvolta anche in situazioni poco piacevoli. Il tutto gratis per due anni, sentendomi dire che nonostante lavorassi gratis per 10 ore al giorno non facevo abbastanza. Quest’anno ho l’esame di Stato, lo faccio perché voglio il titolo, ma vi potete scordare che io vada a fare l’avvocato in qualche studio. Piuttosto vado a fare qualsiasi altro lavoro, pagato (anche poco), ma perlomeno dignitoso. Forse all’estero sapranno apprezzare e ricompensare la mia professonalità e la mia preparazione. Questo sistema non funziona e fra 10 anni questo paese si accorgerà di aver perso tante occasioni quanti siamo noi giovani che ce ne andiamo disgustati da una classe politica che pensa solo al breve periodo e non è capace di guardare al futuro. Mi dispiace, ma non intendo contribuire a pagare la pensione a quelli che oggi non fanno che trattarci come schiavi.


MARCO, PAGATO DALLO STATO 36 CENTESIMI L’ORA. Mi sono laureato con lode in Giurisprudenza a 24 anni, 6 mesi e 15 giorni, in meno dei cinque anni previsti, a luglio 2009. Da dicembre 2008, però, avevo iniziato la pratica notarile, con l’intenzione di diventare notaio: attività che si è protratta per 18 mesi, fino a luglio 2010, senza rimborso spese alcuno. Da settembre 2010 ad oggi, ormai 27enne, sono stato praticante avvocato presso l’ufficio legale di una Pubblica Amministrazione: l’orario richiesto è quello d’ufficio, peraltro flessibile – e dunque molto più favorevole di quello cui devono sottostare la maggior parte dei praticanti avvocati – ma il rimborso spese è di 250 euro mensili, versati con cadenza trimestrale, non regolare. Dunque ogni tre mesi arrivano 750 Euro: calcolando 35 ore lavorative settimanali per 5 giorni alla settimana e 20 giorni lavorativi mensili, fa 0,36 euro l’ora (35×5=175 ore settimanali; 175×4=700 ore mensili; 250:700= 0,3571429 Euro l’ora). Sono così fortunato da avere alle spalle una famiglia economicamente solida, che mi sostenta interamente, ma mi chiedo quali prospettive riservi per il futuro un simile sistema, non solo a me, ma anche ad altri meno fortunati. Resta la sconcertante constatazione che la provenienza di censo è (ri)diventata determinante nel decidere cosa uno potrà o non potrà fare nella vita, e realizzarlo non è piacevole nemmeno per chi, pur nato “dalla parte giusta”, ha sete di giustizia, soprattutto sociale.


ANTONELLA, CON REGOLARE CONTRATTO: MAI RISPETTATO. Sono Antonella, ventiquattro anni e vi scrivo da Reggio Calabria. La mia condizione lavorativa è apparentemente discreta, infatti lavoro come segretaria in uno studio legale da ben cinque anni, regolarmente assunta con contratto a tempo indeterminato. Dietro questo contratto si celano delle condizioni che vanno ben oltre la precarietà: stipendio al di sotto del minimo sindacale per lo svolgimento del doppio delle ore previste dal contratto (400 € per 8 ore di lavoro al giorno), straordinari non retribuiti, 15 giorni di ferie l’anno su quattro settimane previste dalla legge e zero pretese per non perdere il posto. Aggiungiamo il fatto che mi ritrovo a pagare tasse e a subire costi rapportati a un reddito che non percepisco realmente. Queste sono le condizioni a cui oggi è possibile trovare un posto di lavoro. Ed è questo il motivo per cui non si può dar torto a quei giovani che valutano e optano per l’idea di rimanere a casa dai genitori. Io non ce l’ho avuta la possibilità di scegliere quest’alternativa, sono costretta a procurarmi un sostentamento, sono costretta quindi ad accettare le suddette misere condizioni.


Fonte: ilfattoquotidiano.it

venerdì 3 agosto 2012

Vacanze per tutti

Anche per me. Non aggiorno il blog da un po', per vari motivi. La morte di Jon Lord mi ha dato tanta tristezza e ricordato che anche i più grandi sono soggetti alle leggi naturali. Inutile dire che la mia adolescenza è stata segnata da quel modo di suonare, che ha portato ad appassionarmi al rock, e all'organo Hammond. I tanti sacrifici culminati con l'acquisto del primo clone, seguito da un leslie che viene dritto dagli anni '60. Gli innumerevoli ascolti su cd, le vhs consumate, i video scaricati da internet, poi i dvd... tutto per studiare quello stile, fare mio quel sound, imparare come si suona il rock attraverso le note di un grande maestro.

Ci lascia in eredità almeno mezzo secolo di musica ad altissimi livelli, la prova che si può essere rock star pur avendo il carattere da gentiluomo, la consapevolezza che una generazione di musicisti, quelli della golden age of rock, sono sul viale del tramonto e tutto senza di loro sarà dannatamente diverso.

Per il resto, la mia stagione musicale procede. Le serate non sono tante quante ci erano state promesse, ma tra un gruppo e l'altro, si riesce a racimolare qualcosa. Mercoledì, col varietà, abbiamo aperto il concerto a Simone Cristicchi. Non conoscevo manco una sua canzone, non mi era mai capitato di ascoltarlo. Mi è piaciuto: sia come musica che come testi. Ci ho scambiato due parole e mi è sembrato un tipo simpatico ed umile. E' venuto a presentarsi, mentre ero indaffarato a sistemare gli strumenti : "piacere, sono Simone" . Si, lo so chi sei :-)
C'erano circa 1200 persone, non avevo mai suonato di fronte a tanto pubblico. Una piccola soddisfazione! A fine serata, abbiamo fatto una foto assieme. Eccola qua:


venerdì 29 giugno 2012

Non lavoro gratis

Condivido un articolo di Tony Sleep, fotografo inglese, che parla delle storture e furbizie di quanti ogni giorno provano a trarre profitto dal lavoro altrui, promettendo in cambio tanta riconoscenza, pubblicità, felicità, libertà, amenità e... niente soldi.
Il post tratta di fotografia, ma è analogicamente applicabile alla musica e ad una miriade di realtà lavorative artistiche, dove non è raro sentirsi fare certi discorsi.


Ogni settimana, ricevo in media un paio di proposte di lavoro da parte di gente che “non ha soldi” per pagare le mie foto. Case editrici, riviste, giornali, organizzazioni, aziende affermate o appena avviate: tutti pensano che la fotografia non costi niente, o peggio che mi stiano facendo un favore ad offrirmi di pubblicare il mio lavoro offrendo come compenso di aggiungere il mio nome qui o là.

Ho smesso di rispondere a queste richieste personalmente e linko semplicemente al seguente testo.
Allora, mettiamo le cose in chiaro. “Non abbiamo un budget per le fotografie” significa in realtà: “Pensiamo che i fotografi siano dei coglioni”.

Questa interpretazione potrà forse sembrarvi offensiva, ma possiamo facilmente verificarla con un esperimento: provate ad entrare in un ristorante della vostra città dicendo garbatamente “vorrei mangiare qui, ma non ho previsto un budget per pagarvi”. Aggiungere che in cambio farete pubblicità presso tutti i vostri amici non impedirà al proprietario di sbattervi cortesemente fuori a calci.

Ora, immaginate di essere voi stessi i proprietari di un ristorante dove la maggior parte degli avventori provano a cenare gratis con questa tecnica. La risposta è NO, volendo essere esageratamente gentili.

E se in realtà “non abbiamo un budget” era solo una strategia per tastare il terreno, la risposta è sempre e comunque NO. Non voglio avere niente a che fare con degli avidi opportunisti che vorrebbero imbastire una relazione professionale mentendo sin dall’inizio. Avete già dimostrato di non meritare fiducia, dunque mi date anche ragione di pensare che non sarete onesti sullo sfruttamento delle immagini e che comunque farete di tutto per non pagare un euro.

Se invece siete di quelli che promettono un sacco di lavoro meglio pagato più avanti se io accetto di aiutarvi a costo zero adesso, ottimo, ci sto, offritemi un contratto. Altrimenti per quanto mi riguarda le vostre sono tutte stronzate e la risposta è NO.

Anche perché, vedete, non me ne frega niente di “farmi conoscere” regalandovi il mio lavoro. Quello che voglio è invece un rapporto professionale di mutua collaborazione e beneficio. Da parte mia cerco di offrire la massima onestà ed integrità professionale e mi aspetto che i miei clienti facciano lo stesso con me. “Farsi conoscere” è la naturale conseguenza di un lavoro ben fatto, non un mezzo per ottenere qualcosa e lo stesso vale per il mio nome pubblicato insieme al mio lavoro: è una prassi, nonché indice di correttezza. Al contrario, di guadagnarmi applausi lavorando come un dilettante non me ne frega niente. Se avere un prodotto gratis è più importante di avere un prodotto di qualità, chiedete pure a qualcun altro.

Come la maggior parte delle persone, anch’io lavoro per pagarmi le bollette e mandare avanti la mia professione e la mia famiglia. Il fatto che io ami quello che faccio è semplicemente la ragione per cui sono quarant’anni che mi impegno al massimo nonostante le difficoltà: se pensate di avere il diritto di mancare di rispetto alla mia professionalità in virtù di questo, vi sbagliate di grosso.

Perciò non vi sorprendete se scelgo di non aiutare dei parassiti che guadagnano, o pretendono di farlo, sfruttando il lavoro dei fotografi – e anche il mio – fino al midollo. Con alcune rare eccezioni (piccole associazioni veramente no profit, mandate avanti da volontari) sono io che questa volta non ho previsto un budget per rendere le imprese degli altri più redditizie: già far quadrare i miei bilanci non è cosa da poco, vista anche questa recente tendenza a far passare lo “sfruttamento” come “un’incredibile opportunità”.

Il mio sostegno lo garantisco volentieri quando posso, attraverso piccole donazioni ad organizzazioni che ritengo di voler aiutare o semplicemente offrendo un pranzo ad un senzatetto. Vi assicuro inoltre che quando lavoro per onlus e associazioni, lo faccio a tassi agevolati. Penso di essere una persona onesta, generosa e gentile, ma mi sento di non fare l’elemosina a degli accattoni stipendiati che mi chiedono di riempirgli le tasche con soldi a manciate. Mi fanno incazzare. Specialmente quando mi insultano dicendo che si, il mio è proprio un bel lavoro, però non lo pagherebbero un cent.

Ho avuto delle conversazioni esilaranti con un sacco di gente che, a quanto pare, pensa che delle buone immagini siano solo il frutto di circostanze fortunate e che dunque sia loro diritto averle a costo zero, semplicemente perché gli elettroni non hanno ancora un preciso valore di mercato. Come la volta in cui incontrai la manager di un’importante organizzazione inglese (con un utile dichiarato di oltre 3 milioni di sterline). La signora mi spiegava quanto tenesse a pubblicare più foto possibile sul sito internet del gruppo di cui era a capo: i visitatori le trovavano infatti più efficaci ed immediate dei testi (prodotti per altro da uno specifico team di scrittori retribuiti). Dunque l’importanza delle foto era fuori discussione. Ma, forse, sarebbe stato anche il caso di pagarle: magari usando una parte del budget annuo di 160.000 sterline che la suddetta organizzazione destinava ai contenuti web (di nuovo, ho controllato le cifre dichiarate, disponibili online). La signora proprio non riusciva a capire che la foto che aveva davanti e che avrebbe tanto voluto pubblicare esisteva solo perché io avevo investito tempo, denaro e lavoro nel crearla. “Ma tutti i fotografi di solito sono ben felici di lasciarci pubblicare le loro immagini gratuitamente” mi spiegava. Non credo proprio lo siano, probabilmente hanno solo omesso di dare un’occhiata alle solite cifre che dicevo sopra: se lo avessero fatto si sarebbero accorti che lei guadagnava qualcosa come 66.000 sterline l’anno (circa €74.000 al cambio attuale, ndr) – giusto qualche soldo in più della retribuzione zero che invece offriva in cambio delle immagini.

E’ chiaro che soltanto i fotografi amatoriali possono permettersi di fornire servizi senza ricevere un compenso: la fotografia non è per loro una fonte di reddito. Fanno altri lavori, hanno una pensione, guadagnano in altro modo, sono dei romantici con tendenze suicide – non mi interessa. Io no. L’atteggiamento di far guerra ai professionisti per farsi belli è profondamente egoista e ha conseguenze disastrose: distrugge la fotografia come mestiere, come rispettabile fonte di guadagno per la vita.

Ecco, questa è gente vanitosa e piena di sé e davvero si accontenta di lavorare in cambio del proprio nome scritto accanto ad un’immagine: se è tutto ciò che avete da offrire, chiamate pure uno di loro. In alternativa, avete a disposizione una folta schiera di studenti e neolaureati da sfruttare – sono disperati ed inesperti, vi consiglio di cogliere al volo la ghiotta occasione di risparmiare qualche soldo e peggiorare di un altro po’ le loro già precarie condizioni economiche.

Tutto questo significa che forse non riuscirete a procurarvi le immagini che volete a costo zero? Beh, benvenuti nel mondo, è dura. A me non danno certo macchine fotografiche, computer, programmi, benzina, una casa e da mangiare senza spendere un euro. La fotografia è facile ed economica no? Allora prendete una macchina fotografica e scattatevele da soli le vostre stupide foto.

E se dopo aver letto vi sentite offesi, probabilmente è perché almeno una volta, ci avete provato anche voi.

Fonte: http://magazine.total-photoshop.com/tony-sleep-sono-un-fotografo-e-non-lavoro-gratis-critica-spietata-e-vera-per-riflettere-e-far-riflettere/

domenica 17 giugno 2012

Akinator, il Genio del web

Ultimamente sta andando molto di moda un nuovo giochino, disponibile sia per smartphone che in versione web.
Mi sembrava una delle solite minchiate, invece è meno scema di quello che appare. Trattasi di Akinator, Genio capace di indovinare i nostri pensieri. Nello specifico, si pensa ad un personaggio (non importa se reale o di fantasia, vivo o morto, ecc.) e lui, il Genio, attraverso una serie di domande, cercherà di leggerci nella mente e scoprire a chi stavamo pensando. E' sorprendente, mi ha beccato anche un semisconosciuto calciatore di serie B.

Ho coinvolto amici e parenti, anche loro dapprima dubbiosi, poi sempre più ansiosi di battere il Genio. Ha indovinato gente come Graziano Mesina, Winston Smith, Marcello Lippi, Roberto Bolle, Melissa Satta, Marcellino pane e vino, Keith Emerson, Giampiero Boniperti e tanti altri.
Ci sono anche cose che non sa: quando capita, lo avremo battuto e ci chiederà di immettere nel database il nome del nostro personaggio, cosicché dalla volta successiva sarà sempre più difficile trovarlo impreparato.

Si può giocare (gratis) accedendo a questo sito: http://it.akinator.com/

Occhio, provoca dipendenza.

mercoledì 13 giugno 2012

Vasco manda a farsi fottere Maurizio Solieri

Ho letto quest'articolo di Massimo Poggini, che racconta di un botta e risposta pepatissimo tra Vasco Rossi e il suo chitarrista storico Maurizio Solieri. Roba da seguire seduti coi popcorn.

Una volta si diceva: i fatti separati dalle opinioni. E allora eccoli, i fatti: Maurizio Solieri qualche giorno fa, in occasione di una reunion della Steve Rogers Band avvenuta a Trezzo d’Adda, ha dichiarato a un quotidiano: «Con Vasco, con cui lavoro ancora così come il Gallo e Cucchia, non ci sono più rapporti di tipo umano, con l’ ingigantirsi della sua aura di artista la nostra relazione è diventata più professionale, nei periodi in cui si fanno le prove ci si rivede per un mese di fila, ma poi. È un anno che non lo sento». Apriti cielo! Stamattina Vasco ha replicato con un post sulla sua pagina Facebook, che inizia così: «Caro Solieri, ci conosciamo dal 77 quando, vestito con una giacca scozzese da impiegato bancario, e gli occhiali da vista neri, ti incontrai per la prima volta insieme a Sergio Silvestri… carissimo amico che era stato in collegio con me, aveva suonato la chitarra con me, era stato due anni a Londra e  aveva assimilato lo spirito inglese della musica, oltre che imparato l’inglese».

Va avanti per un po’ a ricostruire la storia, quindi, dopo un bel complimento, arrivano diverse stoccate: «Poi ti sentii suonare la chitarra una sera al bar e rimasi stupefatto. Suonavi esattamente come oggi. Ed è questo il punto caro Solieri. Da quando abbiamo cominciato nel 78 non sei cambiato di una virgola. Non sei cresciuto… non ti sei evoluto… non ti sei mai perfezionato e sei rimasto nel tuo mondo di assoli molto spettacolari ma poco precisi… e negli anni novanta sono arrivati quelli che non sbagliavano una nota… quelli come Stef. Dovevi essere tu Stef secondo me. Ma tu non lo ammettevi neanche. Ricordi le litigate per gli assoli da dividere e che la dura e spietata legge del rock non ammette ed è molto chiara. Chi suona meglio sta sul palco chi non tiene il passo e rimane indietro va a casa… e non sono io che lo decido. È la storia!… e benvenuto nello spietato e violento mondo del rock!
 
Poi sei sempre stato un fuoriclasse ma non sei diventato un professionista. Tu suoni solo come vuoi o puoi tu. Infatti non hai mai suonato con nessuno altro. Solo con me. E a un certo punto dopo aver scherzato giocato fatto cazzate di tutti i tipi o diventi un professionista o vai a casa. E io sono diventato un professionista. E ho imparato studiato cercando di migliorare… ti ricordi come cantavo nell’83… con te che suonavi a un volume altissimo, la batteria di Casini nei capelli. Ho dovuto imparare a cantare senza sentirmi. Oggi se mi sento troppo non mi trovo a mio agio.

Dici che ultimamente sembra sia incazzato con il mondo?… forse non sto bene? Ma vai a farti fottere anche te insieme a tutti gli altri.. Io incazzato lo sono stato sempre! Col mondo, con me e anche con te!… E non sono mai stato bene. Io sto male! Mi meraviglio che non tu l’abbia mai capito. Ma tu ascoltavi solo la tua chitarra e anche oggi in ogni intervista dimentichi che hai potuto esprimere il tuo talento solo grazie a me. Altrimenti dimmi con che gruppo avresti suonato? È ora che vi ricordiate ragazzi che io ho cominciato a scrivere le canzoni. Io ho cominciato ad andare davanti alla gente con la mia faccia e il mio nome. Io ho cominciato a cantarle e voi  eravate degli orchestrali e le vostre prime timide musiche che io vi ho consigliato di fare sulle quali io ho scritto le parole le ho fatte diventare vere le ho interpretate e le ho cantate le avete cominciate a scrivere molti anni dopo e comunque ho sempre fatto tutto io. Perché volevo che la musica di Vasco Rossi fosse varia. Eravate tutti sostituibili anche se per me eravate i migliori. L’unico insostituibile ero io. Questa è la realtà caro Solieri. Potevo prendere anche Riky Portera Ti ricordi? Era lui il chitarrista rock per eccellenza a quei tempi. Ti dirò di più da dieci anni, da quando è morto Massimo, io e Guido ogni volta che dobbiamo organizzare un tour e scegliere i musicisti ci dicevamo . ma Solieri. Lo lasciamo a casa? A noi serve un chitarrista ritmico non un altro solista rimasto negli anni ottanta. Poi alla fine per affetto per la storia per i fans decidevamo ogni anno di prenderti.

Questa è la verità caro Solieri. Io ti voglio molto bene. Però te l’ho detto. Se quando fai un’intervista sulla musica di Vasco Rossi sul suo mondo che poi è il tuo, riesci a non nominarmi mai, non cominci col dire che ringrazi il giorno che mi hai incontrato io che sono molto stanco della tua arroganza e della tua io ti restituisco tutto con questo mio documento che firmo e che pubblico.Dici che lavori ancora per me ma i nostri rapporti sono solo professionali? Ma è sempre stato così.  Perché lo dici oggi come fosse strano? Non ci siamo mai frequentati al di fuori del palco. Mai sentiti per mesi forse incontrati in qualche locale ubriachi, ma mai visti per anni… solo durante i concerti, sul palco, diventiamo fratelli compagni complici più che amici un gruppo rock che suona e fa della musica».

Ecco i fatti, ognuno è libero di pensarla come gli pare. Io mi astengo dal commentare, anche perché avendo scritto una biografia di Ligabue ed essendo il coautore di Questa sera rock’n’roll, l’autobiografia di Maurizio Solieri, sono fortemente a rischio di anatemi. Ed essendoci già passato un annetto fa, so che alcuni fan non ci vanno giù leggeri. «Ti auguro di morire di un cancro al cervello», mi scisse uno…

Allora, sempre per la serie i fatti separati dalle opinioni, concludo con un pensierino che apparentemente non c’entra niente. In questi giorni si è molto parlato di un certo Bruce Springsteen. Al suo fianco da sempre c’è un chitarrista bravo ma non straordinario sotto l’aspetto tecnico. Si chiama Little Steven… Ve lo immaginate il “Boss” che gli spara addosso? Sarà un caso se a 62 anni suonati è riuscito a fare 10 ore e mezzo di musica da sballo in tre concerti?

lunedì 16 aprile 2012

Tempo di raccolta

Dopo la "semina" invernale e primaverile (tutt'ora in corso) sta per cominciare il tempo della raccolta. La stagione musicale è alle porte: fra meno di un mese avrò il debutto col varietà del quale, per quest'anno, ho accettato di far parte. Finora si sta rivelando un'esperienza molto faticosa, più di quello che pensavo, ma anche altrettanto istruttiva.

Messi da parte i preconcetti e i gusti personali in fatto di repertorio (che va da Little Tony a Lady Gaga) , mi sono calato nella parte del dipendente lavorativo, cercando di realizzare nel migliore dei modi quello che mi è stato richiesto. Tutto in nome della professionalità e... del dio denaro. Più cresco e più mi accorgo di quanto siano importanti i soldi nella nostra società. Può apparire un discorso materialista, ma è la pura verità. Hai voglia a parlare di princìpi, ideali... i soldi comprano e permettono tutto, o quasi.

Di certo la paga di questo lavoro non mi permette il "tutto, o quasi" , ma già andando a comprare una tastiera, il venditore se ne frega altamente della mia passione per la musica, e mi chiede gli euro necessari (che, purtroppo, non sono mai pochi) . Per cui, si tratta di bilanciare l'elemento ludico con quello economico. Me lo dico da solo: benvenuto nel mondo reale!

Digressione a parte, dicevo, esperienza faticosa ed istruttiva. Faticosa, per quanto riguarda la preparazione dello spettacolo. Istruttiva, perché il detto "c'è sempre da imparare" non è una semplice frase fatta, ma una verità applicabile al caso concreto. Confrontarsi con persone diverse permette di allargare le proprie vedute e di aprire la mente. Nello specifico, da appassionato di musica di un certo tipo, ho sempre detestato la dance, associandola alla discoteca (altro ambiente che non amo particolarmente) e alla figura tipica del discotecaro. Per me è sempre stata musica di serie B , lontana anni luce dalla magnificenza di jazz, blues, rock, etc. Ora, avendoci a che fare per il varietà, dovendola suonare, vedendola (da vicino!) come elemento funzionale al ballo, l'ho rivalutata, riuscendo pure ad apprezzarne determinate caratteristiche. Sarà pure musica usa e getta, sempre uguale a sé stessa, ma è anche immediata, energica, e soprattutto, per lo scopo a cui è necessaria, funziona alla grande. Il che la rende meno brutta di quello che ho sempre pensato.
Chi l'avrebbe mai detto che sto capendo la dance?

Questo è il promo del varietà, col corpo di ballo (e che corpo!) in evidenza:

giovedì 5 aprile 2012

Dropbox: storage online

Oggi vi parlo di uno strumento che mi ha semplificato parecchio la vita informatica: Dropbox.
E' un software (funziona su Windows, Mac, Linux e smartphone) che permette di effettuare lo storage online dei propri dati, ed averne una copia permanente a portata di click. Molto utile per i backup online, ancora di più per lo sharing. Volete condividere dei files con gli amici? Niente di più comodo. Basta fare l'upload degli elementi selezionati (esiste un apposito tool, che permette di gestire i contenuti delle proprie cartelle) e selezionare "copy public link" dal menù a tendina. Fatto! Adesso avete un link da incollare via mail, per i forum, su facebook, etc. da cui è possibile scaricare.
Il link è permanente: questo significa che non scade, fino a quando decidiamo di rendere fruibili i contenuti da condividere.
Dropbox si può usare anche come hard disk virtuale: un luogo in più dove conservare i files importanti, protetti da connessione cifrata.


La registrazione al sito è gratuita, e permette di usufruire di 2 GB di spazio, espandibile su pagamento o grazie ad alcuni bonus. Se decidete di iscrivervi, fatelo da questo link: http://db.tt/txpDjte
Avrete 500 MB di spazio in più, e, per ogni iscritto da questo invito, anche io :-)

lunedì 2 aprile 2012

Arturia miniBRUTE

Il nuovo synth della Arturia è una bella bestiolina:





Anche se il mio preferito resta questo. Ora sapete cosa voglio dentro l'uovo di Pasqua!

venerdì 30 marzo 2012

Playstation4, addio ai giochi usati?

Pioggia di indiscrezioni incentrate sulla PlayStation di prossima generazione, nome in codice Orbis. Secondo il sito Kotaku anche la futura console Sony potrebbe includere un particolare sistema di protezione contro il passamano dei giochi usati. La stessa presa di posizione attribuita al successore di Xbox 360.

Anche in questo caso si parlerebbe di incatenare la copia del gioco all'account del primissimo acquirente. I titoli per Orbis potrebbero dover essere "autenticati" e probabilmente non sarà possibile giocarli rimanendo offline. Acquistando un videogame usato ci si ritroverà con una demo incompleta, da sbloccare con un pagamento extra.

PlayStation 4, sempre stando alle voci di corridoio, non sarà neppure retrocompatibile. Del resto anche l'attuale macchina Sony perse la compatibilità con il catalogo della gloriosa PS2, dopo la primissima cura dimagrante pensata per limare un minimo il prezzo di listino.

A proposito di hardware, la fonte si spinge a dichiarare che la console sarà equipaggiata con scheda video AMD, basata sulla piattaforma Southern Islands, e CPU AMD x64. Con questa tecnologia la console potrà gestire una risoluzione video massima di 4096x2160 pixel e giochi 3D in 1080p. I primi kit sviluppo "Orbis" sarebbero già nelle mani di software house selezionate, mentre per la data d'uscita si vocifera un "natale 2013".

In questi giorni Sony sta invece combattendo contro le prime avvisaglie di jailbreak su PS Vita. Dopo Motorstorm Arctic Edge, anche il gioco Everybody's Tennis è stato improvvisamente rimosso dal PlayStation store per problemi legati alla sicurezza. A quanto pare entrambi i titoli consentivano di superare le difese della nuova console portatile, per lanciare codice homebrew.

Fonte: punto-informatico.it

lunedì 19 marzo 2012

La barzelletta della settimana

Amauri: "Se segno contro la Juve, faccio il giro dello stadio" .
Risultato finale:



Come dice il proverbio: can che abbaia non morde. Per adesso puoi girarti dell'altro...

giovedì 15 marzo 2012

Una DeLorean volante

"... non ne vedo una da trent'anni!" (cit.)

Il vecchio Biff non poteva sapere che un giorno ne avremmo vista una anche noi. Tutto merito di un giovine ragazzotto russo (in realtà non tanto ragazzotto) e della sua passione per l'aeromodellismo, nonché per la più grande saga di fantascienza di tutti i tempi. Con fantasia ed ingegno, è riuscito ad ottenere questo bel mostriciattolo:



D'altronde, se ti ci metti con impegno, puoi raggiungere qualsiasi risultato.

Per la realizzazione, è stato usato un robot chiamato quadrator, sul quale è stata costruita la DeLorean. Per chi capisce il russo, o più saggiamente, per chi usa google translate, questo è il thread in cui l'autore (native18) descrive il lavoro svolto.
Applausi per l'idea!

lunedì 27 febbraio 2012

Emerson, Lake & Palmer... 40 anni dopo



Come sono invecchiati. Dignitosi, ma lontani parenti delle superstar che erano negli anni '70.



(chitarra scordata a parte)

venerdì 17 febbraio 2012

Inquinamento e sovraffollamento

Che delusione... anche quei pochi locali che organizzavano delle serate musicali alternative (che non necessariamente significa originali, ma solo "diverse" - non suonano sempre gli stessi -) si piegano alla logica della grande distribuzione, andando a pescare nel torbido mare della mafia musicale, dei soliti noti, di quelli che infilano il naso ovunque e comunque, di quelli che ti soffiano il posto anche se tu venivi prima di loro.
Sinceramente, faccio fatica a comprendere come la gente possa apprezzare certa musica, che gli viene propinata a intervalli regolari: non c'è modo di scappare! Uscire in un locale di musica dal vivo, significa imbattersi periodicamente nei gruppi "x" , "y" o "z", che, a turno, offrono i loro spettacoli desolanti e, tra una (auto)celebrazione e l'altra, ti affossano per evitare che tu, musicista, possa solo sperare di competere con loro. Che poi, la competizione, mica la mettono sul piano tecnico. Anzi, spesso, sotto quell'aspetto, sono alquanto deficitari. Loro sono maestri di conoscenze, promesse, favori, amicizie, inciuci e chi più ne ha più ne metta. Così, capita che a capodanno uno debba suonare in un determinato luogo, che prenda accordi in tal senso con l'organizzatore, che rinunci ad altre offerte perché ha già preso l'impegno, e poi... arriva mister "x" e la tua serata se ne va a puttane: deve suonare lui.
Per questo mi girano le palle: un tempo, frequentando certi locali, ero sicuro che avrei potuto incontrare perfino i peggiori musicisti del pianeta, ma mai i soliti pescecani che fanno la lotta per 50€ (alla fine di quello si tratta) . Apprendo con rammarico che mi sbagliavo.

Aggiungo anche che il mestiere di musicista, fatto a questi livelli, è una merda. Una vera guerra fra poveri, dove se cerchi di alzare la testa, ti affossano 100 metri sottoterra, tra una I Will Survive e l'altra.

lunedì 13 febbraio 2012

giovedì 26 gennaio 2012

Del Piero è sempre Del Piero



Uno che in carriera ha vinto Campionati, Champions, Mondiale, Intercontinentale, Supercoppe, che gioca con l'entusiasmo e la voglia di un ragazzino che deve ancora dimostrare il suo valore, in un quarto di finale di Coppa Italia, e che segna un goal "alla Del Piero" , di quelli da lustrarsi gli occhi... immenso capitano.

venerdì 20 gennaio 2012

Megaupload oscurato dall' Fbi


Megaupload, il popolare sito per la condivisione in rete, è stato oscurato dall'Fbi. I fondatori del servizio di sharing, uno dei più conosciuti e utilizzati per lo scambio di file di grosse dimensioni, sono accusati di aver violato le norme anti-pirateria.

Secondo le autorità federali americane, che hanno messo i sigilli al sito, lo scambio illegale di materiale protetto da copyright avrebbe causato danni alle compagnie per 500 milioni di dollari. Su Twitter è scattata la rivolta degli utenti, e in pochi minuti l'hashtag #megaupload è balzato in vetta tra i "trending topics". Il dipartimento di Giustizia americano, in un comunicato, ha annunciato che il numero uno del sito, Kim Schmitz, è stato arrestato in Nuova Zelanda insieme ad altri tre dirigenti del cyber-colosso. Il sito è di proprietà della Megaupload-Limited, società registrata ad Hong Kong, e negli anni è diventato il centro per chi scarica contenuti da Internet, dalle canzoni ai film.

La storia di Megaupload è unica, perchè moltissimi artisti, negli anni, hanno dichiarato di usare il sito per scaricare dal web. Tra gli altri, Kim Kardashian, Alicia Keys and Kanye West. Per il Washington Post, che ha anticipato la notizia, Megaupload è tredicesimo nella classifica dei siti più consultati del mondo.

Fonte: lastampa.it

martedì 17 gennaio 2012

Un mese dopo

Piccolo resoconto dopo un mese e mezzo di giocate alla PS3.

Innanzitutto, credo di aver acquistato nel periodo giusto: ad oggi è aumentato sia il prezzo della console, che di uno dei giochi che ho preso (God of War III) . Questo per chi pensa che in periodo pre-natalizio si venga sistematicamente truffati.
Secondariamente, alcune puntualizzazioni sui nuovi modelli di Playstation slim usciti (K chassis vs J chassis) . Io ho la K, le differenze con la J sono:




  1. Ventola di raffreddamento di 80mm, contro i 120 della J
  2. Il dissipatore è più piccolo ed è dislocato differentemente
  3. Minor consumo di corrente
  4. Tasti di accensione ed espulsione disco non retroilluminati

In rete c'è gente preoccupata che, data la minore dimensione di dissipatore e ventola, la console si scaldi più rapidamente, costringendo la ventola ad un lavoro supplementare, che la porterebbe ad essere più rumorosa.
Non condivido questo allarmismo. La storia del rumore non è vera, non si sente nulla, nemmeno poggiandoci l'orecchio sopra; quella del calore nemmeno, nel senso che, si, la Playstation dopo l'utilizzo si scalda, come si scalda un televisore, un pc o un'automobile, ma mantiene una temperatura accettabile. Per dire, non scotta mica. Non vedo motivo per lamentarsi: sarebbe come farlo perché la suola delle scarpe si sporca, se si usano per camminare.
Quanto alle dimensioni ridotte di ventola e dissipatore, la K chassis è stata riprogettata per ciò che concerne la dislocazione interna dei componenti, con la conseguenza che per raffreddarla è necessario un flusso d'aria più leggero rispetto alla J. Fine delle leggende...

Per quanto riguarda i giochi, ho finito da poco Uncharted 2 e confermo le mie impressioni: è un capolavoro! Grandioso come un film d'azione, con la differenza che si gioca in prima persona. Quando il 3 calerà di prezzo, lo comprerò sicuramente. Stesse lodi per God of War, di cui ho concluso la saga. A proposito di prezzi, ho scoperto diverse alternative utili rispetto a GameStop, che mi sono accorto essere dei ladri! Su amazon (sia it che uk) ci sono sempre offerte interessanti, così come su play.com, dove non si pagano le spese di spedizione. Per sapere se un gioco è multilingua o no, e quindi per valutare di acquistarlo fuori dall'Italia, c'è questo utilissimo sito, dove sono elencati parecchi titoli, anche per pc, XBOX, WII, ecc.
Prossimamente farò una scorpacciata di Final Fantasy XIII, che mi dovrebbe tenere impegnato per un bel po'. Se tarderò ad aggiornare il blog, sapete perché... :-P

domenica 1 gennaio 2012