domenica 16 maggio 2010

Meno male che è finita

Non avevo mai assistito ad un'annata così disastrosa per la Juve. Dopo i propositi di inizio stagione, la campagna acquisti milionaria, le previsioni "scudettate" di Lippi, i paragoni sprecati Ferrara - Guardiola e Diego (Ribas) - Maradona, era lecito aspettarsi un ulteriore miglioramento, rispetto al secondo posto dello scorso anno. Come è finita è sugli occhi di tutti: settimi, costretti a ripartire dai preliminari di Europa League. E così, mentre l'Inter diventa campione d'Italia per la quinta volta consecutiva (in attesa di scoprire quali saranno le sorti dello scudetto del 2006, dopo l'esposto bianconero) , la Juve si ritrova fuori dall'Europa che conta, preceduta in classifica da Napoli, Palermo, Sampdoria, Milan e Roma, oltre che dai nerazzurri. La Roma in particolare, guidata da Ranieri, ha lottato fino all'ultimo, inseguendo un sogno più grande di lei. Non meritava e non ha vinto: onore per averci provato sino alla fine.

Dicevamo della Juve. Le ragioni del fallimento sono molteplici e concatenate: in capo a tutto c'è stata una dirigenza non all'altezza. Nonostante il rientro di Bettega, sono (erano) rimasti al loro posto sia Blanc che Secco, responsabili dell'ingaggio di campionissimi del calibro di: Boumsong, Andrade (sigh), Almiron, Tiago, Grygera, Poulsen, Molinaro, Paolucci, Grosso, Cannavaro, nonché degli ultimi esborsi milionari (50 milioni di euro in due) per Diego e Felipe Melo. A questo bisogna aggiungere la serie ininterrotta di infortuni, che è proseguita ormai da un anno e ha colpito indistintamente tutta la rosa, con accanimento particolare per quei giocatori che hanno i muscoli fragili: Camoranesi, Zebina (per lui poco male) , Trezeguet e Iaquinta su tutti. Se ci aggiungiamo l'azzardo di affidare la squadra ad un debuttante assoluto (Ferrara) , confidando nel Guardiolismo, che, ad inizio stagione, è stato molto di moda, e sommiamo il tutto con i proclami seguiti ai risultati delle prime giornate, abbiamo la formula del crac. A poco è servito l'ennesimo cambio in panchina (simbolo, anche questo, del malessere societario) con Zaccheroni, che, alla resa dei conti, ha fatto peggio di Ferrara.
Tra le poche soddisfazioni di quest'anno c'è stata la vittoria sull'Inter a Torino e sulla Roma all'Olimpico, con doppietta (illusoria) di Diego, colui che doveva essere e non è stato. Per quello che ha fatto vedere in Italia, sono scettico sulle sue possibilità di rilancio: credo di più in Melo, specie se gli affiancheranno un centrocampista che sa giocare la palla. Se poi, come sembra, verrà Delneri, sarà una Juve votata al 4-4-2, con pochi spazi per i trequartisti. Discorso che coinvolge anche Giovinco e, in parte, Candreva (anche se lui si sa adattare bene a coprire tutti i ruoli del centrocampo) .
Archiviata quest'annata fallimentare, si guarda già in avanti. A cominciare dalla presidenza, con l'arrivo di Andrea Agnelli, Beppe Marotta e la rescissione del contratto di Secco. Le premesse sono buone: più gente che capisce di calcio e meno colletti bianchi. Sul fronte squadra, mi dispiacerebbe da morire perdere Buffon. E' un controsenso, rinforzare la squadra cedendo il tuo giocatore più forte: era già successo con Zidane, ma era un'altra Juve.

Credo che vada fatta un po' di pulizia anche a livello di rosa, oltre che dirigenziale. Non ho mai capito a quali santi si sia rivolto Zebina, per non essere ancora stato cacciato, dopo tutti questi anni. Non è il solo a doversene andare: assieme a lui anche Cannavaro, Grosso, Grygera, Salihamidzic e Amauri. Spero che diano una bella ripulita, poi se ne potrà riparlare. Forse.

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