Date le recenti dichiarazioni del ministro della giustizia Nitto Palma, circa la responsabilità civile dei giudici, che dovrebbero "pagare i loro errori" , segnalo un articolo del grande Bruno Tinti, ex magistrato e persona che ha il raro dono di fare degli esempi.
Sempre più spesso si sente dire che i giudici commettono errori e restano impuniti: secondo queste persone, l'errore sorgerebbe quando una sentenza di primo grado verrebbe successivamente ribaltata (in appello o in cassazione) . Quello che sfugge ai più (o che non viene detto) è che il giudice decide secondo coscienza; che un ribaltamento non sta a significare che la decisione precedente sia sbagliata e che l'ultima in ordine di tempo sia giusta; che l'ultima sentenza emessa non ha un valore intrinsecamente superiore alle altre; che l'accettazione del grado più alto di giudizio è una convenzione sociale (altrimenti, per ciascuno varrebbe la sentenza a lui più favorevole) ; e soprattutto che una legge sulla responsabilità civile dei giudici esiste già dal 1988, e dice che il cittadino vittima di provvedimenti giudiziari causati da:
- una grave violazione di legge
- l'affermazione di un fatto la cui esistenza è incontrastabilmente esclusa dagli atti del processo
- la negazione di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del processo
- l'emissione di un provvedimento concernente la libertà della persona fuori dai casi consentiti dalla legge oppure senza motivazione
- diniego di giustizia (omissioni o ritardi ingiustificati nelle sentenze o in altri provvedimenti)
ha diritto al risarcimento del danno, che avviene in modo indiretto. Lo Stato risarcisce il cittadino, e poi si rivale sul magistrato, ma solo per una cifra che non superi il terzo del suo stipendio annuale.
Fatte queste precisazioni, ecco l'articolo di Tinti:
Il dubbio è se ci fanno o ci sono. Voglio dire: pensano davvero che
l’imputato riconosciuto innocente in Appello dopo che pm, gip e
Tribunale lo hanno intercettato, messo in prigione e condannato, abbia
diritto a un risarcimento del danno? Oppure tutto questo casino sulla
responsabilità civile dei giudici “che
sbagliano” è fatto perché il boss, per l’ennesima volta, è processato
per gravi reati e rischia la prigione? La risposta è sì e no. Gente come
Santanché e Gasparri probabilmente lo pensa davvero; ma siccome non
sanno quello che pensano (almeno in questa materia), la cosa non ha
importanza. Gente come Alfano e Ghedini lo sa benissimo che si tratta di
stupidaggini; ma B. è alle corde e qualcosa si devono inventare. E
questo sì che ha importanza. Perché il problema è serio: se ci riescono a
fare questa cosa, di processi se ne faranno proprio pochi.
Proviamo con gli esempi, visto che di chiacchiere ce
ne sono state a tonnellate. Rapina alle poste; due testimoni vedono in
faccia il rapinatore e in questura lo riconoscono su foto segnaletica: è
Pippo, già condannato 3 volte per lo stesso reato. Il pm chiede la
cattura al gip che è d’accordo; così, dopo un paio di mesi, Pippo
finisce in prigione. Dice che è innocente e che il giorno della rapina,
il 25 marzo, lui era in Spagna, a Marbella, insieme con la sua fidanzata
Lucia. Rogatoria estera; al giudice spagnolo la ragazza dice che è
proprio vero, il 25 marzo stavano insieme.
“Siamo andati a Porto
Banus, poi abbiamo mangiato a La Moraga, poi siamo andati a fare compere
al Corte Inglès, poi siamo andati a giocare a tennis al circolo di
Manolo Santana e poi abbiamo cenato lì.” Il giudice chiede da quanti giorni Pippo era a Marbella.
“Eh, 2 o 3”.
“E il giorno prima, il 24 marzo, cosa avete fatto?” “Eh,
boh, cioè, non so. Ah sì, siamo stati al mare.” “Al mare dove? Nikki
Beach? Playa Fantastica?” “Mah, al mare, adesso non mi ricordo.” “Tutto
il giorno?” “Beh no, poi siamo andati a fare compere.” “Dove?” “Mhhh” “E
il giorno dopo, il 26 marzo?” “Ma insomma, adesso non mi ricordo, e poi
che c’entra con la rapina?” Il Pm non crede a Lucia, crede ai
testimoni che hanno riconosciuto Pippo e chiede il rinvio a giudizio; il
Gip la pensa come il Pm e anche il Tribunale: 5 anni di prigione. In
Appello l’avvocato di Pippo dice che Lucia ha importanti rivelazioni da
fare (in Tribunale non è stata sentita, era irreperibile e quindi sono
state accettate come prova le dichiarazioni rese in Spagna). E Lucia
spiega tutte quelle cose che prima non ricordava. Tutto racconta, per
filo e per segno. La Corte d’Appello ci crede e assolve Pippo.
Bene. Errore dei primi giudici? Responsabilità civile? Risarcimento del danno?
Ma mi facci il piacere! come
diceva Totò. Ma Pippo è innocente, è stato assolto, si è fatto la
prigione inutilmente, è un errore giudiziario! Vero è: c’è stato un
errore giudiziario. Ma quando? In Tribunale o in Appello? E comunque,
qual è stato l’errore dei giudici? Credere
ai testimoni e non a Lucia? O credere a Lucia e non ai testimoni? Chi
può saperlo? Sì, ma questo è un esempio fuorviante, fatto apposta per
turlupinare gente che non sa niente di legge. Va bene; allora proviamo
con un altro.
B. è processato per
prostituzione minorile: si è
accoppiato con Ruby quando questa aveva 17 anni; così dice l’accusa. Le
prove? soldi a sfascio da B. a Ruby; frequentazione notturna di Ruby
nella casa di B.; contesto (il contesto è importante, anche per
legittimare le bestemmie; figuriamoci per valutare se Arcore era
trasformato periodicamente in un casino oppure no) di spogliarelli, lap
dance, bunga bunga e allusioni, ricatti e minacce da parte delle
puttane. I documenti di Ruby dicono che è minorenne. Secondo le
intercettazioni lo sapevano tutti. Mettiamo che in Tribunale salti fuori
che, in un ufficietto di un paesino del basso Marocco, è stato trovato
un registro da cui risulta che Ruby è più vecchia di 2 anni: in tutti
gli atti e documenti ufficiali Ruby è nata nel 1994; ma lì, nel registro
del paesino, no, lì è nata nel 1992. Il Tribunale non ci crede a questo
registro e ficca a B. un paio d’anni di galera. In Appello invece ci
credono. E allora? Chi ha ragione? Tribunale o Corte d’Appello? E chi
condanniamo al risarcimento del danno, i primi giudici o i secondi?
Lo vedete che questa storia della responsabilità civile è una
bufala?
Ma ci saranno casi in cui i giudici commettono errori veri (quelli
paragonabili alla pinza che il chirurgo ti lascia nella pancia)? E come
no! Per esempio potrebbe essere stata intercettata una telefonata tra B e
Fede. B:
“Sai quella Ruby che hai portato ieri a cena? M’attizza da
morire. Però, già ho passato un sacco di guai con Noemi, qui voglio
andare sul sicuro. 18 anni li ha compiuti? Garantisci tu?” Fede:
“Vai tranquillo, ho visto i documenti; 24 anni ha, un fiore”.
Ecco, se, senza valutare affatto questa conversazione, facendo come se
non ci fosse mai stata, il Tribunale condannasse B.; allora sìche i
giudici sarebbero civilmente responsabili.
Casi rari, ma succedono. E infatti c’è una legge, la n. 117 del 1988 che se ne occupa: se un giudice commette un errore (ma un
errore vero,
non una valutazione giuridica o fattuale diversa da quella di un altro
giudice) deve risarcire il danno. Con due caratteristiche particolari,
una giusta e una sbagliata. Quella giusta: il danneggiato chiede il
risarcimento allo Stato che poi se lo fa restituire dal giudice. È un
bene: così è sicuro di prendere i suoi soldi; un giudice nullatenente
potrebbe anche essere condannato ma il danno non lo risarcirebbe mai.
Quella sbagliata: il giudice restituisce allo Stato al massimo una somma
pari a un terzo del suo stipendio annuale. Perché questa limitazione?
Se ha sbagliato paghi per intero.
Ho detto che il problema è serio. Provate a pensarci: vi piacerebbe
decidere sapendo che, se un vostro collega in Appello o in Cassazione,
la pensa diversamente
da voi, c’è sempre qualcuno che vi può chiedere un sacco di soldi?
L’imputato, in caso di condanna, assoluzione; la parte offesa, in caso
di assoluzione, condanna. Ci sono tanti altri modi di guadagnarsi la
vita!