domenica 21 aprile 2013

Gerontocrazia

















Non scrivo da un po', combattuto tra i tanti impegni e la pigrizia congenita. Molte cose sono successe in questi mesi, ma mai mi sarei aspettato di dover aggiornare/rimuovere il papabanner. Diavolo di un Ratzinger.

A parte questo, all'indomani dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, non posso che applaudire alla scelta operata dal Parlamento, che, in un momento così difficile della storia del nostro Paese, mostra unità d'intenti, lungimiranza e senso civico . Spiego subito perché:

  1. In completa coerenza con quanto ha sempre sostenuto (smacchieremo il giaguaro, ecc. ecc.) , il PD stringe un accordo con il PDL per la candidatura di Franco Marini. Questo provoca una frattura all'interno del PD stesso, che altro non rappresenta se non la fine di Bersani e della sua leadership, che sta a lui come la castità sta a Rocco Siffredi (peraltro votato da qualche buontempone. Ma si: allegria! Tanto è tutto un gioco) .
  2. Dopo il primo fallimento e l'orripilante idea di proporre "Max the fox" D'Alema come alternativa condivisa, la scelta vira su Romano Prodi, che, intervistato qualche giorno prima, affermava di essere ormai fuori dai giochi della politica. Infatti i suoi lo fanno fuori stricto sensu, tanto per trasferire sul piano concreto le sue dichiarazioni. 
  3. A questo punto rimarrebbe Stefano Rodotà, uomo gradito ai Grillini, che promettono di votare la fiducia ad un governo PD, qualora si converga sulla figura dell'ex Garante della privacy. Rodotà è uomo di sinistra, persona autorevole, giurista di caratura internazionale, figura che dovrebbe incontrare un consenso bipartisan, per altro incentivato dalla proposta del voto di fiducia. Sembrerebbe la scelta più logica: invece cosa combinano PD e PDL? Vanno in processione al Quirinale. Obiettivo? Napolitano.
  4. Ed è così che, per il bene del Paese ("una responsabilità a cui non mi posso sottrarre") il prossimo ottantottenne Giorgio Napolitano, Presidente uscente, in barba alla prassi costituzionale che non prevede un secondo mandato, accetta il reincarico per altri sette anni, ovvero fino a quando ne avrà novantacinque. Un giovinetto, sostenuto da chi fino all'altro ieri gli dava del comunista, dell'uomo di parte, del nonno da salotto. Ma è tutto passato, in nome dell'Italia e degli italiani. E dei partiti.

Articolo 87, comma I, della Costituzione della Repubblica italiana:
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.

Siamo rappresentati da un ottantottenne con un piede nella fossa. Come cantavano gli Area: Gerontocrazia.